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al testo di DanielaToschi
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Davanti a una chiesa uno straccione cercava di scordare la fame e il freddo ammirando la solida struttura e conversando con le sue voci (poiché era, dicevano, schizofrenico).
E la prima voce, che era di un santo, gli sussurrava: “La tua non è povertà, ma libertà. Siano benedetti i tuoi piedi per averti condotto in questo luogo sacro, dedicato a un uomo che volle essere il più povero tra gli uomini.”
La seconda voce, che era di uno scettico, gli disse: “Entra nella chiesa e vedrai le pareti interamente coperte d’oro, omaggio a S. Francesco dei mercanti arricchiti col commercio di schiavi.”
E gli disse anche, la voce dello scettico: “Vedi, il Dio a cui ti affidi è lo stesso che ha dato ricchezza e santità ai più spietati mercanti mentre ha lasciato che fosse torturato proprio il figlio suo, e poi lo ha abbandonato sulla croce.”
“Non lo ha abbandonato di certo” replicò la prima voce, quella del santo. “Prova ne sia che ancora oggi, e duemila anni sono passati, è adorato dovunque, e riesce addirittura a consolare quelli come te.”
Un uomo ben vestito si avvicinò al mentecatto e gli gettò una moneta, poiché si avvicinava il Natale, poi si voltò sorridente alla chiesa gonfiando il petto sicuro di una celeste approvazione.
E lo straccione vide allora con turbamento la solida chiesa flettersi e inchinarsi al gesto di quel figlio generoso, per poi erigersi di nuovo verso il cielo, come una madre orgogliosa.
Era la chiesa più bella e sontuosa che il pover’uomo avesse mai visto e oltretutto dedicata al santo più simpatico. Ma si spaventò, il mentecatto, nel sentirne uscire un acre sentore di rogo e carne bruciata. Ebbe paura, perché pensò per la prima volta c he la sua povertà potesse essere un peccato.
Fuggì dalla piazza per rifugiarsi nei vicoli del centro cittadino. Le voci gli martellavano nella testa. E quella del santo gli parlava dei suoi peccati, quella dello scettico gli diceva che era in pericolo.
Entrò in un fast food e con la moneta avuta in dono placò la sua fame (e si placarono anche le voci).
Poi riprese la sua strada senza meta. Dimenticò l’odore di rogo e di carne bruciata, mentre camminava ritmando i suoi passi sui versi di una canzone del vecchio Bob. |
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